Che cos’è una banca?
Che cos’è una banca?

Articolo specialistico

Domande e risposte sul tema banche

Che cos’è una banca?

La banca è un’impresa la cui attività principale consiste nel raccogliere risparmi, concedere crediti e fornire altri servizi finanziari.

Quali funzioni svolge una banca?

Una banca ha due funzioni primarie. Da un lato riceve fondi in deposito dai risparmiatori e dall’altro li eroga ad altri clienti sotto forma di crediti. La banca agisce così da intermediario fra risparmiatori e mutuatari (figura 1). Le altre funzioni svolte dalle banche comprendono vari servizi finanziari: regolamento di pagamenti, gestione di patrimoni, cambio di valute, ecc.

Come funziona il credito bancario?

I mutuatari delle banche sono privati o imprese che necessitano di fondi per acquistare beni di consumo o effettuare investimenti. Per il denaro ricevuto a prestito essi pagano alla banca un interesse, che varia anche in funzione della durata del prestito e del rischio di insolvenza, ossia la probabilità che il debitore non sia in grado di rimborsare le somme dovute. Quanto maggiore è il rischio tanto più elevato è l’interesse richiesto. Alcuni prestiti sono coperti da garanzia reale (pegno o ipoteca). Ciò permette di praticare un tasso di interesse più basso, poiché in caso di insolvenza la banca può rivalersi sulla garanzia stessa. Un esempio di prestito garantito è il mutuo ipotecario. Questo consente al mutuatario di acquistare una casa anche quando non dispone subito di tutti i mezzi necessari. Se il mutuatario si rende moroso la banca può recuperare il credito attraverso la vendita dell’immobile.

Come funziona la raccolta di depositi?

I risparmiatori possono essere individui o imprese. Il risparmio collocato presso una banca è detto «deposito». I risparmiatori ricevono dalla banca un interesse, che dipende dal tipo di conto. Di norma vale il principio che quanto più è flessibile il conto per pagamenti e prelievi, tanto più basso è l’interesse. Pertanto, l’interesse che frutta un conto corrente o conto privato è inferiore a quello ottenibile su un conto di risparmio, poiché quest’ultimo comporta meno costi per la banca. Inoltre, i fondi presenti su un conto di risparmio (detto anche «conto di deposito») sono in parte vincolati, poiché sono permessi prelievi solo di ammontare limitato. Per prelievi maggiori è richiesto un preavviso di alcuni mesi oppure è addebitata una commissione

Quali sono le attività tipiche delle banche?

I singoli settori di attività non sono articolati e denominati allo stesso modo in tutte le banche. Per consentire una vista d’insieme nei maggiori istituti essi sono però spesso raggruppati in 3-4 aree operative principali. L’area «Retail Banking» comprende vari servizi bancari prestati a individui o piccole e medie imprese (PMI), fra cui le classiche operazioni di credito e di deposito, l’esecuzione di pagamenti e le consulenze semplici. I servizi resi nell’ambito della «Gestione di patrimoni» vanno dalla consulenza finanziaria individuale fino alla definizione e attuazione di strategie di investimento. Quest’area può essere ulteriormente suddivisa in «Private Banking» » o «Wealth Management» (consulenza e gestione patrimoniale per clienti privati benestanti) e «Asset Management» (amministrazione di portafogli finanziari, sviluppo di prodotti di investimento e consulenza per clienti istituzionali, come i fondi pensione). L’area «Investment Banking» comprende infine il finanziamento e la consulenza di imprese, le operazioni di negoziazione e l’attività di ricerca e analisi di mercato. Anche in quest’area vengono sviluppati nuovi prodotti finanziari. Le banche effettuano anche per se stesse acquisti e vendite di prodotti finanziari. Questo ramo di attività si chiama negoziazione in conto proprio.

Retail Banking Gestione di patrimoni Investment Banking
  • Offerta di conti correnti, conti di risparmio e conti di previdenza
  • Concessione di mutui ipotecari per l’acquisto di immobili
  • Regolamento di pagamenti a mezzo di bonifico bancario
  • Erogazione di contante ai distributori bancomat o agli sportelli
  • Offerta di carte di credito
  • Consulenze semplici
Private Banking
  • Consulenza e gestione patrimoniale per clienti privati benestanti; eventuale definizione di strategie di investimento

Asset Management
  • Amministrazione di fondi
  • Consulenza e gestione patrimoniale per grandi istituzioni
  • Operazioni di finanziamento societario (emissione di azioni od obbligazioni) sul mercato dei capitali
  • Consulenza e assistenza in occasione di fusioni e acquisizioni societarie
  • Sviluppo di nuovi prodotti finanziari (come strumenti cartolarizzati)
  • Compravendita di prodotti finanziari in nome e per conto proprio

Tabella 1: Esempi di servizi bancari per area operativa

Perché sono necessarie le banche quali intermediari?

Da un lato i risparmiatori desiderano investire somme di denaro di vario importo nel modo più flessibile e più sicuro possibile. Dall’altro, i mutuatari necessitano spesso di finanziamenti di grande ammontare e per tempi lunghi, il cui rimborso non è del tutto certo. Questa asimmetria di bisogni rende difficile uno scambio monetario diretto fra risparmiatori e mutuatari. Per i primi, che hanno scarsa familiarità con il mercato finanziario, è particolarmente difficile giudicare e sorvegliare la solvibilità dei secondi. È qui che intervengono le banche, agendo da tramite fra le due categorie di operatori. Le banche sono specializzate nella valutazione e nel monitoraggio dei mutuatari. E poiché dispongono di una clientela numerosa, esse possono stimare meglio il rischio di perdite («legge dei grandi numeri»). La tabella 2 illustra il ruolo di intermediazione delle banche con esempi concreti.

  Caso 1:
trasformazione quantitativa
Caso 2:
trasformazione delle scadenze
Caso 3:
trasformazione dei rischi
Caso 4:
informazione
Mutuatario Caio: Ha bisogno di un credito di 50 000 franchi. Ha bisogno di un credito con durata di 5 anni. Potrebbe non essere in grado di rimborsare il credito. Afferma di essere un mutuatario solvibile.
Risparmiatore Sempronio: Vuole investire una somma di 5000 franchi. Vuole poter ritirare prontamente il denaro. Non vuole assolutamente perdere il denaro investito. Non è sicuro se può fare affidamento sulla solvibilità di Caio
Problema: Le somme sono di ammontare differente Non può essere garantita una durata fissa del credito. Il credito comporta rischi; i risparmiatori vogliono invece sicurezza! Rimborso incerto. Asimmetria informativa: il mutuatario sa meglio della controparte se sarà in grado di rimborsare il prestito.
Contributo della banca: Una pluralità di piccoli depositi è utilizzata per finanziare crediti di più grande ammontare. I molti clienti effettuano prelievi, ma anche nuovi versamenti. Così, una parte dei fondi rimane costantemente a disposizione della banca, che può quindi impiegarla per finanziare i crediti di lunga durata. Grazie all’elevato numero di clienti la banca può meglio stimare la probabilità di insolvenze.
L’esperienza e la specializzazione della banca le permettono di ridurre i rischi di insolvenza.
La banca percepisce degli interessi sui crediti. Ciò consente di coprire (in parte) eventuali perdite.
La banca riduce il problema dell’asimmetria informativa. In linea di massima sono finanziati crediti di buona qualità. Il monitoraggio costante favorisce il buon esito dei crediti.

Tabella 2: Il ruolo di intermediazione delle banche

Vi sono alternative alle banche?

Un’analoga funzione di intermediazione è svolta anche dal mercato dei capitali. I mutuatari possono infatti emettere titoli di debito e venderli ai risparmiatori ottenendo così fondi per un periodo di tempo determinato. Tuttavia, anche nei sistemi più sviluppati la raccolta diretta di fondi sul mercato dei capitali comporta certi oneri. Questo canale risulta perciò economicamente conveniente per i mutuatari con un grande fabbisogno di finanziamento. In linea generale si può dire che i privati e le piccole imprese fanno maggiore affidamento sul credito bancario, mentre le grandi società e gli enti pubblici ricorrono spesso al mercato dei capitali. Ma anche in questo caso vi è quasi sempre la partecipazione di banche che assistono le imprese nel collocamento delle emissioni.

Come si presenta il bilancio di una banca?

Il bilancio di una banca – come quello di ogni impresa – ha due sezioni: dal lato dell’attivo figura il patrimonio (l’insieme delle attività), fra cui i prestiti concessi alla clientela e ad altre banche, in quanto questi costituiscono un avere della banca (per questa ragione le operazioni di credito sono anche denominate operazioni attive). Dal lato del passivo compaiono i debiti, fra cui i conti di risparmio, che si configurano infatti come passività nei confronti della clientela (per questa ragione le operazioni di deposito sono anche denominate operazioni passive).

Diversamente dal bilancio delle altre imprese, il bilancio delle banche mostra un capitale proprio (patrimonio netto) di entità modesta rispetto al capitale di prestito. Questa particolarità deriva dal modello operativo delle aziende bancarie. Mentre le altre imprese ricorrono all’indebitamento, in aggiunta al capitale proprio, per finanziare gli investimenti (ad esempio l’acquisto di macchinari), per le banche la raccolta di depositi, che per loro natura rappresentano capitale di prestito, costituisce un elemento essenziale della normale operatività.

Il bilancio di una banca

Attivo in %
Mezzi liquidi
(contante)
21
Crediti verso banche
(disponibilità presso altre banche)
7
Crediti verso clienti e mutui ipotecari
(prestiti concessi alla clientela)
49
Immobilizzazioni finanziarie
(titoli e partecipazioni)
16
Altre attività 7
TOTALE 100

Fonte: portale di dati della BNS, stato 2021.

Passivo in %
Debiti verso banche
(crediti di altre banche)
11
Debiti verso clienti
(disponibilità della clientela)
57
Altre passività 24
Capitale proprio 8
TOTALE 100

In che modo guadagnano le banche?

Nella tradizionale attività di intermediazione (raccolta di depositi per il finanziamento di prestiti) le banche realizzano un guadagno facendo pagare sui crediti concessi un tasso di interesse più elevato di quello pagato sui depositi. Questa differenza fra interessi attivi e interessi passivi è denominata «margine di interesse». Un’altra fonte di guadagno è costituita dalle commissioni addebitate alla clientela come compenso per svariati servizi, come ad esempio la compravendita di titoli in borsa. Nel caso delle banche regionali e cantonali, attive soprattutto nell’area «retail», il margine di interesse è la principale componente di reddito. Per le grandi banche operanti in tutti i segmenti del mercato o per gli istituti specializzati nella gestione di patrimoni e nell’investment banking assumono invece un ruolo primario le commissioni e gli utili rivenienti dalla negoziazione in proprio e dall’offerta di prodotti finanziari complessi.

Come creano moneta le banche?
 

Lo fanno raccogliendo il denaro dei risparmiatori e concedendo crediti a famiglie e imprese. Come ciò avviene, è illustrato da un semplice esempio:

Si supponga che un risparmiatore versi 20 000 franchi sul suo conto presso la sua banca. Con questa operazione non varia la quantità di moneta disponibile nell’economia. Le banconote non sono più in circolazione presso il pubblico, bensì nella cassaforte della banca. Al risparmiatore sono però accreditati 20 000 franchi sul suo conto. Tale accredito, detto anche «avere a vista», è «moneta scritturale», che esiste non in forma di banconote e monete, ma «virtualmente» di disponibilità sui conti della banca. Potendo essere utilizzata per effettuare pagamenti al pari del contante, anche tale disponibilità fa parte della massa monetaria.

Che cosa fa la banca con il denaro del risparmiatore? Potrebbe semplicemente custodirlo nella cassaforte, ma ciò non frutterebbe nulla. Allora perché non prestarlo contro il pagamento di interessi? Immaginiamo che un’impresa abbia bisogno di denaro per acquistare nuovi computer. Dei 20 000 franchi depositati dal risparmiatore la banca ne presta 16 000 all’impresa accreditando il conto di quest’ultima. Con questa operazione è variata la massa monetaria.

Infatti, il risparmiatore dispone sempre di 20 000 franchi sul suo conto; a questi si aggiungono ora i 16 000 accreditati sul conto dell’impresa. La massa monetaria (sotto forma di moneta scritturale) è dunque cresciuta di 16 000 franchi. Se poi l’impresa acquista i computer e il fornitore versa a sua volta in banca il ricavato della vendita, una parte di tale deposito viene impiegata per concedere nuovi crediti, continuando così il processo di creazione di moneta.

Con il rimborso dei crediti («ammortamento») viene invece estinta la moneta creata in precedenza. Quando l’impresa rimborsa alla banca, dopo un certo periodo, il credito di 16 000 franchi rimangono solamente i 20 000 franchi depositati originariamente dal risparmiatore.

Ci sono limiti alla creazione di moneta da parte delle banche?

La creazione di moneta ad opera delle banche non è illimitata. Un limite è posto dalla politica creditizia delle stesse banche. Una banca concede un credito soltanto se è convinta che il mutuatario sia in grado di rimborsare l’importo iniziale più gli interessi. Esistono inoltre prescrizioni che vietano una creazione illimitata di moneta: per ogni credito concesso, la banca deve depositare capitale proprio, il che limita la concessione di crediti e quindi la creazione di moneta.

Tutte le banche sono altresì tenute per legge a detenere una parte dei depositi dei clienti come riserva, la cosiddetta riserva minima.

Questi tre fattori (la solvibilità del mutuatario, le prescrizioni legali riguardo al capitale proprio e l’obbligo di riserva minima) limitano la possibilità delle banche di concedere crediti e quindi di creare moneta.

È comunque la politica monetaria della Banca nazionale a essere determinante per la quantità di moneta creata dalle banche: attraverso la liquidità che mette a disposizione delle banche e il tasso di interesse, la Banca nazionale influisce sulla domanda e sull’offerta di credito. Può così regolare la quantità di moneta presente nell’intera economia.

Le banche in Svizzera

Posizione delle banche in Svizzera

Rispetto ad altri paesi, in Svizzera il settore bancario, occupa una posizione di notevole importanza: Nel 2022 esso ha contribuito per l’8,9% circa al prodotto interno lordo (PIL). Anche in qualità di datori di lavoro i 239 istituti bancari attivi in Svizzera hanno un ruolo importante, pur se in misura più modesta: nel 2022 vi lavorava il 5,2% degli occupati totali. In termini di valore aggiunto per addetto il settore bancario è molto produttivo. Questo spiega in parte perché le remunerazioni sono mediamente più alte che in altri rami economici. Va inoltre osservato che l’attività bancaria frutta in genere profitti superiori alla media. Le ragioni sono diverse: le banche sono in parte esposte a rischi elevati e, in alcune aree operative, la concorrenza fra gli istituti resta piuttosto debole.

La piazza bancaria Svizzera

La Svizzera è nota internazionalmente come piazza bancaria. Grazie alla stabilità politica ed economica, nonché alle favorevoli condizioni di fondo le banche elvetiche si sono posizionate con successo soprattutto nella gestione di patrimoni. In questo ambito esse vantano una clientela internazionale: circa il 48% dei patrimoni gestiti in Svizzera fa capo a clienti esteri. Con una quota di mercato mondiale del 25% circa dell’attività transfrontaliera di gestione patrimoniale la Svizzera occupa la prima posizione fra le piazze finanziarie.