Scheda informativa

Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS)

Perché dobbiamo provvedere per la vecchiaia?

«Chi risparmia nell’arco della sua vita lavorativa non teme il bisogno dopo il pensionamento». Questa forma adattata del noto proverbio «Chi risparmia non teme il bisogno» rispecchia bene la filosofia di base del sistema previdenziale svizzero: dopo il pensionamento la maggior parte delle spese di sostentamento rimane, ma le entrate regolari rappresentate dal salario improvvisamente si esauriscono. Per essere in grado di fare fronte a tutte le uscite è quindi necessario iniziare a risparmiare già in gioventù in vista della terza età. Per raggiungere questo obiettivo, in Svizzera sono previste misure sia dal lato pubblico che da quello privato, riunite sotto il concetto generale di previdenza per la vecchiaia.

Il sistema dei tre pilastri

La previdenza per la vecchiaia in Svizzera si basa su un meccanismo articolato in più parti, il cosiddetto sistema dei tre pilastri. L’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (AVS) e la previdenza professionale (cassa pensione, CP) costituiscono le due principali misure statali. Il terzo pilastro è dato dalla previdenza individuale (risparmio privato). L’AVS, il primo pilastro del sistema previdenziale svizzero, si è affermata nel tempo come un’istituzione nazionale, tanto che oggi rappresenta una misura statale imprescindibile della previdenza.

A cosa serve l’AVS?

La rendita corrisposta dall’AVS serve a garantire il minimo vitale nella terza età. La sua finalità è quindi in primis quella di prevenire il rischio di povertà in vecchiaia. L’AVS fa inoltre in modo che, in caso di decesso di un genitore o del coniuge, i superstiti non vadano incontro a ristrettezze finanziarie. Oltre alla rendita di vecchiaia, l’AVS versa infatti anche una rendita per superstiti sotto forma di una rendita vedovile o per orfani.

Chi è assicurato?

Dal 1948 tutte le persone domiciliate in Svizzera sono assicurate obbligatoriamente nell’AVS. A prescindere dal fatto che svolgano o meno un’attività lavorativa, siano apprendisti, studenti, invalidi, casalinghi o casalinghe, al più tardi a partire dal 1º gennaio successivo al compimento del 20º anno di età e fino al raggiungimento dell’età ordinaria di pensionamento tutti devono versare i contributi AVS. Come controprestazione viene corrisposta una rendita di vecchiaia al compimento dei 65 anni per gli uomini e dei 64 anni per le donne (stato: 2022).

Come funziona l’AVS?

L’AVS funziona secondo il cosiddetto sistema di ripartizione. La particolarità: con i contributi pensionistici versati vengono pagate mese dopo mese direttamente le mensilità delle beneficiarie e dei beneficiari di rendita. Il denaro non viene cioè accumulato, bensì utilizzato per pagare le rendite correnti e quindi, appunto, «ripartito» (cfr. figura 1). In relazione a questo sistema, si parla infatti anche di patto generazionale. In realtà, non esiste tuttavia un contratto vero e proprio stipulato tra le generazioni. Piuttosto, il termine sta a indicare simbolicamente che l’attuale generazione professionalmente attiva è chiamata a finanziare le rendite dell’attuale generazione di pensionati, di cui fanno parte ad esempio i nostri genitori o nonni.

Figura 1: Ecco come funziona il sistema di ripartizione

Come viene finanziata l’AVS?

I contributi AVS sono dedotti in percentuale direttamente dal salario. Tale deduzione ammonta al 4,35% del salario lordo di una persona con attività lavorativa (stato: 2022). La stessa quota percentuale, ovvero il 4,35%, viene versata anche dal datore di lavoro. Questa soluzione basata su quote percentuali fa sì che le persone con salari più cospicui o con un grado di occupazione più elevato versino più dei lavoratori e delle lavoratrici con un salario più basso o un grado di occupazione ridotto. Esempio: per un salario di 100 000 franchi vengono versati nelle casse dell’AVS 8700 franchi, per un salario di 50 000 franchi l’entrata ammonta a 4350 franchi (stato: 2022).

A quanto ammonta la rendita AVS?

A prescindere dagli importi complessivamente versati da una persona, per tutti è prevista una rendita massima, pari a 2390 franchi per le persone non sposate e a complessivi 3585 franchi per le coppie di coniugi (stato: 2022). È prevista anche una rendita minima, pari a 1195 franchi (stato: 2022). Nel complesso, nel corso della loro vita lavorativa le persone con redditi elevati versano quindi nell’AVS più di quanto potranno percepire come beneficiari di rendita. Questa ridistribuzione finanziaria dalle persone più facoltose a quelle meno abbienti si traduce in una compensazione sociale all’interno della società.

Quali sono le sfide con cui l’AVS è chiamata a confrontarsi?

Il sistema di ripartizione funziona se in una società ci sono molte persone professionalmente attive e soltanto poche persone in pensione. Al momento dell’introduzione dell’AVS, nel 1948, la situazione era proprio questa. Da allora però la struttura della popolazione della Svizzera è fortemente cambiata; questo fenomeno è chiamato cambiamento demografico. I motivi alla base di questo sviluppo sono da un lato il forte aumento dell’aspettativa di vita, dall’altro un calo del tasso di natalità a partire dalla fine degli anni 1960.

Il cambiamento demografico mette a rischio il sistema di ripartizione. L’aspettativa di vita relativamente elevata, pari a 85,1 anni per le donne e 81 anni per gli uomini (stato: 2022), comporta infatti oggi la necessità di pagare le rendite per periodi più estesi.

Al contempo, il basso tasso di natalità fa sì che il numero delle persone che versano contributi AVS sia in costante diminuzione. Di conseguenza, una platea sempre più esigua di persone in età lavorativa deve finanziare un numero sempre maggiore di rendite di persone in pensione. Questo rapporto è definito anche quoziente di età o indice di dipendenza delle persone anziane.

La Figura 2 mostra che il quoziente di età tende a diminuire nel tempo: nel 1970 per una persona in età pensionabile ce n’erano cinque attive. Nel 2020 questo rapporto era già sceso a 1:3 e per il 2050 è addirittura atteso un rapporto di 1:2. Ciò significa che due persone in età lavorativa dovranno finanziare la rendita di una persona in pensione.

 

Figura 2: evoluzione del quoziente di età dal 1970
  1970 2020 2050
Persone in età pensionabile
(64/65+ anni)
Persone in età lavorativa
(20–64/65 anni)
Rapporto tra beneficiari di rendita e lavoratori
(quoziente di età)
1:5 (20%) 1:3 (33%) 1:2 (50%)

Fonte: Iconomix, sulla base dei dati dell’Ufficio federale di statistica (2020). Rapporto pensionati/lavoratori e scenari relativi all’evoluzione demografica in Svizzera.

Quali sono le conseguenze dell’evoluzione demografica?

I cambiamenti demografici fanno sì che le uscite per l’AVS siano presto destinate a superare il livello delle entrate (cfr. figura 3). Si viene così a creare un deficit, in quanto le rendite erogate sono superiori ai contributi versati. In termini tecnici si parla anche di un risultato di ripartizione negativo. Già per il 2029 l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali prevede un risultato di ripartizione negativo. In assenza di cambiamenti alla forma di finanziamento, ogni anno il debito statale per la spesa previdenziale è destinato ad aumentare. Già oggi i contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro ammontano soltanto al 73% delle entrate AVS, mentre il resto viene integrato da voci quali il contributo federale, l’imposta sul valore aggiunto, la tassa sulle case da gioco, ecc.

Figura 3: Andamento delle entrate e delle uscite dell’AVS

Quali soluzioni sono attualmente oggetto di discussione?

Fino ad oggi è stato possibile compensare in parte il deficit della cassa AVS con l’arrivo di giovani lavoratori e lavoratrici dall’estero e con una solida crescita economica. Entrambi questi fattori sono tuttavia esposti a oscillazioni e non possono essere direttamente controllati.

Con la riforma «AVS 21» vengono introdotti due importanti elementi finalizzati a una riduzione del deficit della cassa AVS. Da un lato, con la riforma l’età pensionabile delle donne viene innalzata a 65 anni (riduzione delle uscite), dall’altro lato viene incrementato il contributo dell’imposta sul valore aggiunto (aumento delle entrate).

Affinché la finanziabilità dell’AVS possa essere tuttavia garantita in una prospettiva di lungo termine, sono necessari ulteriori adeguamenti sul piano legislativo. In questo contesto vengono discusse le seguenti riforme: ulteriore innalzamento dell’età pensionabile, aumento dei contributi AVS, ulteriore aumento delle tasse attuali (come ad es. l’IVA) o riscossione di una tassa supplementare.