Il seguente elenco di temi illustra ciò che Iconomix intende per principi e concetti economici applicabili su vasta scala.
Le risorse sono limitate. Non bastano, in particolare, per soddisfare i bisogni, per principio illimitati, dell’umanità. Questo ci obbliga a prendere delle decisioni. Ognuno di noi è chiamato, quotidianamente e per tutta la vita, a fare delle scelte che ci impongono di rinunciare a qualcosa in favore di qualcos’altro (trade-off). Il termine «costo-opportunità» indica, in economia, ciò cui si deve rinunciare per ottenere un determinato bene.
Gli individui reagiscono a incentivi positivi e negativi e, in generale, in modo molto prevedibile. Prima di prendere una decisione confrontano costi (marginali) e benefici (marginali) di un’azione e si comportano in maniera da trarne il maggior vantaggio possibile. Se i costi o i benefici di un’azione cambiano, gli individui modificano le loro scelte di conseguenza. Gli incentivi possono essere di natura materiale o immateriale. Comprendere gli incentivi e il loro effetto sulle persone aiuta, nella vita di tutti i giorni, a spiegare e valutare il comportamento degli individui.
Lo scambio volontario è vantaggioso per tutti (o perlomeno non dannoso). Questo principio vale non solo per lo scambio tra individui ma anche per quello tra nazioni. Il commercio è un presupposto della specializzazione. Individui, regioni o paesi si specializzano nella produzione dei beni e servizi in cui hanno un vantaggio comparato, vale a dire in quei settori dove sanno produrre meglio. Lo scambio e la specializzazione aumentano la produzione e il consumo e rappresentano due capisaldi per il continuo aumento del benessere nella storia dell’umanità.
I prezzi relativi, ossia il rapporto tra i prezzi di beni diversi, costituiscono segnali e incentivi importanti per chi offre e domanda beni e servizi. I prezzi relativi riflettono il grado di scarsità di un prodotto: un prezzo relativo elevato indica che un bene è raro rispetto ai bisogni. I prezzi di mercato sono determinati dalla domanda e dall’offerta e si muovono continuamente fino a raggiungere il prezzo d’equilibrio, valore al quale la quantità domandata è esattamente uguale alla quantità offerta. Ogni aumento della domanda e ogni diminuzione dell’offerta causano un aumento di prezzo.
Un mercato è l’insieme dei venditori e dei compratori di un determinato bene o servizio. In genere, i mercati favoriscono un’allocazione efficiente delle risorse più scarse. Il meccanismo di mercato fa infatti in modo che siano offerti beni e servizi di cui i consumatori hanno maggiore necessità, e ciò nella quantità richiesta, nel luogo richiesto e al momento richiesto. L’opposto del meccanismo di mercato è la pianificazione centralizzata, un sistema che storicamente si è però rivelato meno valido.
La concorrenza tra offerenti assicura che la produzione sia efficiente e che il rapporto qualità-prezzo dei beni e servizi raggiunga un livello ottimale. L’intensità della concorrenza varia a seconda della struttura del mercato.
Oltre al mercato dei beni e servizi esistono altri mercati importanti, tra cui il mercato del lavoro e i mercati finanziari (cfr. il tema relativo al mercato del lavoro (punto 15) e al ruolo dei mercati finanziari (punto 16)).
Gli imprenditori sono persone che, a proprio rischio, impiegano risorse (capitale, tempo e lavoro) per produrre beni e servizi. I profitti sono incentivi importanti che li compensano per i rischi sopportati. L’attività imprenditoriale è un presupposto essenziale per l’innovazione e la creazione di posti di lavoro. Spesso, nelle società di capitali, a differenza delle società di persone, il proprietario non è la stessa persona che dirige l’azienda. In questo caso la sfida consiste nel gestire la società secondo i desideri dei proprietari (si pensi alla problematica dei rapporti principal-agent).
Le esternalità sono costi o benefici che non sono indennizzati al prezzo di mercato, perché il diritto di proprietà è inesistente o manca la possibilità di farlo rispettare. Le esternalità sono negative (positive) quando, dal punto di vista della società, i costi (benefici) generati sono troppo alti (insignificanti) dal momento che non sono presi in considerazione dalle persone che prendono le decisioni all’origine di tali costi. La conseguenza, in entrambi i casi, è spesso un intervento dello Stato. Un bene comune è un bene dal cui uso nessuno può essere escluso, ma per il quale esiste una rivalità nel consumo. Questa situazione comporta un rischio di sfruttamento eccessivo, come nel caso del patrimonio ittico delle acque internazionali.
Nessuno può essere escluso neppure dall’uso dei beni pubblici (non escludibilità), ma in questo caso non esiste rivalità nel consumo tra gli utilizzatori. Anche se i consumatori sono interessati a questi beni, nessuno è disposto a pagare per essi un prezzo di mercato. Per questa ragione, i beni pubblici sono sovente forniti dallo Stato (ad es. la difesa nazionale).
Lo Stato svolge un ruolo importante in un’economia di mercato. Anzitutto fornisce un ordinamento giuridico e garantisce i diritti fondamentali e di proprietà. In secondo luogo, lo Stato può intervenire sull’attività economica per correggere un eventuale fallimento del mercato. Infine, lo Stato può operare una ridistribuzione dei redditi e della ricchezza se la società non è soddisfatta della distribuzione determinata dal mercato. Gli interventi statali possono tuttavia provocare anche effetti collaterali e costi indesiderati. In generale, è difficile opporsi alle forze di mercato. Inoltre, numerosi gruppi d’interesse cercano di influenzare a proprio vantaggio l’attività dello Stato.
La moneta funge da mezzo di pagamento, da unità di conto e da riserva di valore e facilita pertanto lo scambio, il confronto del valore di diversi beni, servizi, flussi di reddito, patrimoni, ecc., così come l’investimento e la negoziazione di crediti. Un’economia che utilizza la moneta è più efficiente di un’economia di baratto. La moneta è messa a disposizione dalle banche centrali.
Il termine inflazione designa un aumento del livello generale dei prezzi. Il costo dell’inflazione è elevato. Essa ostacola il funzionamento del sistema monetario e causa una ridistribuzione dei redditi e della ricchezza a svantaggio, ad esempio, dei risparmiatori e dei beneficiari di rendita (pensionati). L'inflazione appare quando c’è un eccesso di moneta in circolazione nell’economia. Oggigiorno, la tutela della stabilità dei prezzi è considerata uno dei compiti principali delle banche centrali.
In situazioni in cui il risultato delle azioni dei singoli dipende in gran parte dal comportamento degli altri, è essenziale ragionare in modo strategico. L’individuo deve considerare come gli altri reagiranno alle sue azioni, tenendo presente che anche loro faranno lo stesso. Quando nessuno è incentivato a deviare da una strategia modello, allora si raggiunge un equilibrio e, in questo senso, la situazione è «stabile». Può accadere che, senza un’intesa vincolante, la situazione possa produrre dei risultati che nessuna delle persone coinvolte desidera. Fattori importanti quando si parla di strategia sono il tempismo, la credibilità e l’impegno a rispettare determinate decisioni. Promesse e minacce sono efficaci solo se possono verosimilmente essere messe in pratica.
L’informazione è fondamentale quando si devono prendere delle decisioni nella vita quotidiana, ma procurarsela è spesso costoso o, in certi casi, addirittura impossibile. Per questa ragione, in generale, i diversi operatori del mercato non dispongono sempre di informazioni perfette. Ogni agente possiede delle informazioni diverse da quelle degli altri: l’informazione è dunque asimmetrica. Una tale disparità influisce sul comportamento degli operatori economici: la parte meglio informata ha la possibilità di sfruttare il proprio vantaggio, e la parte meno informata ne è consapevole. Questa circostanza può compromettere il buon funzionamento dei mercati.
La vita è caratterizzata da incertezze. Raramente è possibile prevedere con esattezza l’esito di un’azione. Per rischio s’intende la possibilità che il risultato di un’azione sia diverso da quello previsto. Più grande è la divergenza tra gli esiti possibili, tanto maggiore è il rischio. La maggior parte delle persone è avversa al rischio e preferisce, ad esempio, ricevere una somma garantita di denaro, piuttosto che rischiare di ottenere il doppio o nulla con una probabilità del 50%. Allo stesso modo, preferisce pagare un importo esiguo fisso piuttosto che esporsi alla probabilità limitata di subire grosse perdite. Questa è la ragione per cui si stipulano delle assicurazioni. Le assicurazioni influenzano considerevolmente i comportamenti degli assicurati, inducendoli, tendenzialmente, ad assumere una condotta meno prudente.
L’interesse è il prezzo pagato da un debitore (una persona che prende a prestito) a un creditore (una persona che concede il prestito) per la messa a disposizione di capitale. Per il creditore, l’interesse pagato costituisce un compenso per la sua rinuncia temporanea al consumo e per il rischio del mancato rimborso del prestito. I tassi d’interesse sono fissati secondo la durata e la valuta del credito, la solvibilità del debitore e altri criteri.
«Chi spende più di quanto guadagna, s’indebita». Il credito permette di usufruire di un bene (o di un servizio) senza doverlo pagare immediatamente. L’interesse costituisce il prezzo da pagare per questa possibilità. Tra i diversi modi di ottenere un credito figurano le carte di credito, i contratti di leasing, i crediti al consumo, le ipoteche, ecc.
«Chi guadagna più di quanto spende, genera risparmi». I risparmi possono essere collocati, o investiti, in conti bancari, azioni, obbligazioni, fondi d’investimento, derivati, immobili, ecc. La decisione è in generale frutto di un trade-off (compromesso): più elevati sono i rendimenti attesi, maggiore è il rischio assunto. La diversificazione permette tuttavia di ridurre, in una certa misura, il rischio senza diminuire il rendimento atteso.
L’espressione «crescita economica» designa un aumento reale e a lungo termine della produzione di beni e servizi in un paese. La produzione pro capite di beni e servizi, valutata a prezzi di mercato, rappresenta un indicatore importante (seppure imperfetto) della prosperità di un paese. Un altro importante indice di benessere è la produttività: i paesi che sono in grado di produrre una quantità relativamente più grande di beni e servizi per unità di tempo lavorativo, godono di un livello di qualità della vita più elevato. Tra i principali fattori che influenzano la crescita troviamo il capitale umano e il capitale fisico, il progresso tecnologico e la qualità dell’assetto istituzionale (ad esempio del sistema giuridico a protezione dei diritti di proprietà).
Nel breve periodo si osservano delle oscillazioni nella congiuntura. Nelle fasi espansive la crescita economica è superiore alla media e il tasso di disoccupazione si attesta a livelli contenuti; nelle fasi di recessione la crescita è inferiore alla media (o addirittura negativa) e la disoccupazione elevata. La politica monetaria e la politica fiscale influiscono sulla produzione, sulla disoccupazione e sul livello dei prezzi di un paese. Questi strumenti di politica economica possono aiutare ad attenuare le oscillazioni congiunturali. In questo modo, la politica monetaria può profittare, nel breve periodo, del trade-off che esiste in un’economia tra inflazione e produzione. A lungo termine, tuttavia, la politica monetaria agisce unicamente sull’inflazione, senza ripercussioni sulla congiuntura.
ll reddito da lavoro è la principale fonte di entrate per la maggior parte delle persone. Esso è fissato sul mercato del lavoro, luogo d’incontro tra gli offerenti (manodopera) e i richiedenti (solitamente imprese). Il reddito da lavoro è determinato in funzione del valore di mercato della prestazione offerta. Tale valore dipende sostanzialmente dalle capacità dei lavoratori e quindi, non da ultimo, dalla loro formazione.
I mercati finanziari agevolano il trasferimento di mezzi finanziari dai risparmiatori alle imprese e a chi desidera effettuare degli investimenti. Le possibilità offerte dai mercati finanziari per l’assunzione di crediti e l’investimento di capitali fanno sì che la realizzazione di un reddito da un lato e il consumo o l’investimento dall’altro non debbano verificarsi simultaneamente. I mercati finanziari facilitano quindi lo scambio di beni in tempi diversi. Tra le principali istituzioni dei mercati finanziari figurano le banche e le borse. Poiché sarebbe poco efficiente se coloro che necessitano di fondi si mettessero alla ricerca di potenziali creditori e li contattassero direttamente, le banche intervengono e assumo il ruolo d’intermediari (cosiddetti intermediari finanziari).
Persone, beni, servizi, capitali e informazioni possono circolare sempre più liberamente oltre i confini nazionali. Ciò è dovuto al calo dei costi di transazione e alla frammentazione dei processi di produzione. Questa interdipendenza internazionale e le sue conseguenze sono riassunte nel termine «globalizzazione». Essa apre le porte a nuove opportunità e libertà nel commercio, nell’investimento, nel flusso d’informazioni e nell’emigrazione. Ha però avuto anche ripercussioni controverse sui posti di lavoro, sui salari, sui cambiamenti strutturali, sulle norme ambientali e lavorative, sulla stabilità dell’economia e sul margine di manovra delle politiche nazionali. È pertanto evidente che l’interdipendenza internazionale costituisca un importante argomento politico e che le popolazioni e i gruppi d’interesse, essendo coinvolti in modo diverso, la considerino da punti di vista differenti.